Sostenibilità, i progetti di UniPr – Malcevschi: “Unire le conoscenze per il territorio”. Lezioni al Modulo ECO

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“La sostenibilità è una cosa concreta e pratica. Mira non solo a conoscere la realtà ma a modificarla in meglio”.

Alessio Malcevschi – ricercatore, professore e delegato del Rettore dell’Università di Parma per la sostenibilità in Ateneo – è stato ieri, 27 gennaio, ospite al Modulo ECO dove ha parlato del suo lavoro accademico, non più dietro alla cattedra ma al servizio della intradisciplinarietà. Perché l’università non è più autoreferenzialità accademica ma portatrice di una “terza missione”: apertura e condivisione dei saperi col territorio.

E’ da questo concetto che nasce la figura di Malcevschi dentro l’UniPr. Sostenibilità non è più solo economica come per tanti anni se ne è parlato. E’ anche sociale, ambientale, energetica.

malcevschi (2)“Viviamo in un mondo dove nascono 364 mila bambini al giorno. – ha spiegato Malcevschi -Dove la crescita demografica è esponenziale a parità di risorse. Nel 2050 dovremmo diventare 9,5 milioni. Oggi siamo a 7,3 milioni e da più di 30 anni consumiamo più del limite di risorse prodotte dal Pianeta. Il 13 agosto 2015 si è avuto l’overshoot day con il 160%. Stiamo consumando come se avessimo a disposizione 1 pianeta e mezzo. Viviamo nel periodo dell’Antropocene. L’umanità non ha fatto tutto male ma dobbiamo riconoscere l’impatto che stiamo avendo e capire come cambiare. Le conseguenze del cambiamento climatico ci sono e sono colpa anche dell’uomo: catastrofi naturali più forti, aumento delle temperature, i flussi migratori…” Immigrazione, sì. Perché se si parla di migranti ed emergenza accoglienza non si può non parlare di crisi ambientale. E’ storicamente provato che le rivoluzioni, le guerre civili nascono soprattutto quando manca un fattore, il cibo. In Siria, prima dello scoppio della guerra, una siccità lunga quattro anni aveva affamato i cittadini.

“Viviamo in un mondo complesso, non complicato. – continua Malcevschi – Complesso perché la situazione non è frutto di un fattore ma dell’interazione di centinaia di questi. L’approccio quindi deve essere scientifico e intradisciplinare. La logica riduzionista cartesiana non è più applicabile”.

Serve l’interazione tra le discipline scientifiche: cercare di far dialogare gli specialisti per far nascere progetti e idee innovative. Con questo spirito il professore ha assunto l’incarico da parte del rettore Borghi: “Sostenibilità è capacità di unire le conoscenze. L’Università deve aprirsi al territorio per proporre alle aziende, ai sindaci, alle associazioni di interesse, ai cittadini progetti socialmente utili. Bisogna unire le forze”.

L’Università di Parma ha aggiunto nello statuto, dall’anno scorso, la sostenibilità come obiettivo. Ha preso inoltre la decisione e l’impegno di inserire lezioni su questo tema in ogni corso disciplinare. Dal 1 gennaio è la prima università ad avere un dipartimento di Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale

Alcuni esempi di progetti di sostenibilità l’Università li sta portando avanti. Primo tra tutti il MasterCampus voluto e creato dall’architetto e pro rettore Carlo Quintelli. Il Campus verrà visto e riprogettato per essere un laboratorio sperimentale, creare un modello di città per la transizione. Un quartiere energeticamente efficiente, dove la mobilità sarà sostenibile, i rifiuti riutilizzati per produrre energia; queste solo alcune delle criticità dell’ateneo a cui si sta lavorando. In tutto sono sette i settori su cui si sta valutando il livello di spreco e non efficienza.

In via di delineazione anche un Festival della Sostenibilità che – con l’appoggio dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, il cui presidente è l’ex ministro Enrico Giovannini – potrebbe ospitare personalità di spicco internazionale a Parma.

(Arianna Belloli)

 

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