Duplice omicidio di San Prospero: gli inquirenti tornano a casa dei killer

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E’ trascorso ormai quasi un mese dal duplice omicidio di Santo Stefano all’Angelico Vip Club, casolare di San Prospero adibito a locale a luci rosse dove hanno perso la vita Luca Manici, in arte Kelly, e Gabriela Altamirano.

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Per il duplice omicidio in carcere sono finiti Samuele Turco, ex fidanzato di Gabriela Altamirano (Rileggi: Un sms a Gabriela: “Vieni, c’è un cliente per te”. Poi Turco l’ha strozzata e accoltellata), il primo a chiamare la Polizia e attirare l’attenzione delle forze dell’ordine sul casolare, e il figlio Alessio, accusati di concorso in duplice omicidio con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

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Oggi, martedì, a quasi trenta giorni di distanza dal crimine, gli uomini della Squadra Mobile, accompagnati da Scientifica e consulenti tecnici della difesa torneranno di nuovo su per le curve della Cisa, fino al Miglio 76 a Cassio, ristorante bar affittacamere arrampicato tra verde e roccia, in gestione a Samuele Turco da tre anni.

A fare cosa? Cercare. Perché se non vi è una spiegazione per un delitto così violento, vi sono ancora alcuni punti oscuri. Si cercherà un ceppo da coltelli: quella lama da cucina lunga diciotto centimetri montata su un manico di altri 12 cm, proviene dal ristorante, da casa, o è stata trovata dai due nel casolare? Se fosse stata “portata da casa”, rafforzerebbe ulteriormente la tesi della premeditazione.

E ancora non è chiaro il ruolo di Alessio Turco, figlio di Samuele. Qualcuno ipotizza avesse accompagnato il padre in alcune scorribande hot, ma l’ipotesi è stata esclusa dagli inquirenti. E allora cosa ha spinto un ragazzo definito dai conoscenti “nel suo mondo” ad aiutare il padre, spezzando due vite e devastando la propria?

E ancora, quale è il ruolo dell’amico che ha prestato la Volvo utilizzata da Turco la notte del delitto? Come è possibile che non si sia accorto di nulla, quando gli è stata riconsegnata, in ritardo, la mattina successivo, zuppa di fango?

Misteri e bugie, perversioni che si inerpicano su se stesse come la strada che porta a Cassio. Forse quei muri avranno ancora qualcosa da dire. Forse stasera alcune risposte.

 

 

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