Primarie: Dall’Olio si ritira, appoggerà Scarpa. Promessa una poltrona?

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E rimasero in tre. Partirono in cinque per concorrere alle primarie del centro sinistra di Parma ma ora si mietono già le prime vittime. Una campagna elettorale che sembrava partita subito col piede di guerra ha visto già, a un solo mese dall’inizio, diversi colpi di scena.

Francesco Samuele di Sinistra x Parma era stato il primo. Il giorno seguente la scadenza per la presentazione delle 500 firme necessarie per ufficializzare la candidatura aveva annunciato il suo abbandono nonostante avesse raggiunto la quota sufficiente (leggi “Firme sufficienti ma presentate con alcune ore di ritardo”: Francesco Samuele ritira la propria candidatura).

Anche il capogruppo PD in consiglio comunale, Nicola Dall’Olio, si ritira. Il volto del PD alle primarie da conferma alle voci di corridoio che già da un mese correvano tra gli interni al partito. Dall’Olio appoggerà Paolo Scarpa, l’ingegnere ed ex presidente dell’associazione il Borgo appoggiato, tra gli altri, da Lorenzo Lavagetto, segretario cittadino del PD, e Roberto Ghiretti, consigliere di Parma Unita.

Dall’Olio, che aveva raccolto 967 firme per la candidatura (275 in più di Paolo Scarpa) era l’uomo che sulla carta doveva essere vincente. L’uomo che rappresentava il partito e che poteva vantare più esperienza politica: negli ultimi 5 anni ha rappresentato il PD in consiglio comunale.

Ora Nicola Dall’Olio entrerà nelle fila di Scarpa probabilmente dietro a qualche promessa di poltrona. Un assessorato? O addirittura una carica di vicesindaco? A domanda diretta, l’interessato con un giro di parole non smentisce, il che, può essere letto come una conferma.  Più cauto, Scarpa. “Prima di tutto dobbiamo pensare a vincere – taglia corto – se non vinciamo non c’è ragione di pensare alle poltrone”.

Già, vincere. Dalla conferenza in seno al Pd Montanara la sensazione è che il primo step immaginato dai due, nemici-amici probabilmente più legati da necessità e circostanza che per ideale, sia vincere le primarie.

Altre alleanze? La risposta arriva tra i denti, un “ni” che assapora di no, mentre gli sguardi dicono molto più delle parole. Il nome Dario Costi non pare molto gradito, quello di Genthian Alemadhi, appena contemplato da un “lavoriamo per il dopo”. I due, ovviamente, vanno per la loro strada: Costi coi suoi incontri ai quartieri, distribuendo volantini e gadget più da civico che da aspirante dem, Alemadhi con il suo zoccolo duro di “nuovi italiani”.

Ultima nota, trai temi forti, partecipazione, sicurezza, degrado, differenziata che non va, faccio, quartieri da rilanciare, un commento sulla ricandidatura di Federico Pizzarotti che arriva in contemporanea: “E’ lui l’avversario da battere”. Ne sono certi i due dem, che poi tornano a parlare di unione anzichè scismi e puntano dritti al cinque marzo.

 

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