Processo Bonsu: ex comandante Fabbri scrive lettera di scusa e risarcisce con 20 mila euro

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Otto anni dopo, l’allora vicecomandante della polizia municipale di Parma Simona Fabbri, oggi 47enne, reggiana, ha scritto una lettera di scuse a Emmanuel Bonsu, riconoscendo di aver sbagliato. E ha risarcito con ventimila euro il ragazzo scambiato per il “palo” di uno spacciatore.

Il giovane era stato pestato e arrestato in maniera illegale da una squadra di vigili urbani (non da lei che, a capo dell’operazione, aveva fermato altrove il vero spacciatore di droga). Il fatto ebbe risonanza nazionale e recente è la sentenza dell’appello Bis. (Leggi Bonsu, appello bis: il Comune responsabile civile, condannato a risarcire i danni e Caso Bonsu: condannati due agenti. Ma due reati prescritti e sconti nella pena)

Al processo il ragazzo, che ora vive a Londra, dichiarò di non avere mai visto la Fabbri quel giorno. La Corte di Appello di Bologna, visto il pentimento e il risarcimento, l’ha condannata a 3 anni (il pm d’accusa 4 anni e 10 mesi aveva chiesto). La pena inferiore ai 3 anni le permetterà  di accedere alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali. A difenderla l’avvocato modenese professor Giulio Garuti.

Fabbri non andrà quindi in carcere e si è vista cadere anche l’interdizione dai pubblici uffici. Lei, tuttavia, si era dimessa subito dopo i fatti, avvenuti il 29 settembre 2008 al parco Falcone e Borsellino. Gli altri vigili sono tuttora in servizio.

In primo grado, il tribunale di Parma aveva condannato Simona Fabbri a una pena di sette anni e mezzo per sequestro di persona poi derubricato in arresto illegale dalla Cassazione.

Ora resta aperta la possibilità di un ricorso bis alla Suprema Corte ma intanto i giudici d’appello hanno accolto gli argomenti della difesa.

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