Stu Pasubio, viaggio fotografico in un cuore senza anima. Una riqualificazione fallita?

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Poco illuminata, poco sorvegliata, abbandonata a se stessa dopo che la presunta riqualificazione ha costretto le piccole botteghe, artigiane o commerciali, a spostarsi perdendo la propria identità e privandone al tempo stesso del loro quartiere.

Questa è la Stu Pasubio del quartiere San Leonardo oggi, un cuore di cemento senza anima. Un insieme di scintillante modernità e meraviglioso urban industrial chic molto affascinante ma privo di vita al suo interno.

 

I negozi? Sfitti, invenduti, vuoti. L’unico bar che aveva tentato di avviare la sua attività nel complesso, credendo nell’opera di valorizzazione, ora è chiuso dopo quasi un anno. Sopravvive invece Camattini. Azienda di interior design e arredamento di pregio, mandata avanti da generazioni dalla famiglia, che vanta una clientela fidelizzata che li seguirebbe a prescindere dalla posizione. Ma sono soli, circondati da ampi spazi vuoti e invenduti. La famiglia Camattini tuttavia crede fortemente nelle potenzialità della zona, della nuova struttura voluta dalla giunta Vignali che ha messo nei guai anche l’attuale sindaco Pizzzarotti (leggi Cessione della Stu Pasubio, sindaco indagato per “turbata libertà di scelta” dal 2015).

In via Pasubio, poco prima del teatro Lenz c’è un appezzamento di terreno privato lasciato a terra e buche. Non bello da vedere ma che fungeva da parcheggio per i residenti, i dipendenti che lavorano in zona e i clienti dei negozi. Ora il proprietario costruirà e ha chiuso l’ingresso lasciando che intorno allo Stu Pasubio sia parcheggio selvaggio sui marciapiedi e su ogni spazio disponibile. I gestori del negozio Camattini hanno chiamato più volte la Polizia Municipale per denunciare la situazione ma la risposta è stata desolante: “Il comune non ha regolamentato l’area quindi non possiamo fare multe. Così ci hanno detto – spiega Chiara Camattini – Le macchine arrivano e parcheggiano sui marciapiedi e dappertutto ma loro non possono fare niente. Un nostro cliente aveva parcheggiato davanti, verso via Trento, dove invece è regolato e ha ricevuto una multa. Questa situazione non ha senso”. Intanto il parcheggio sotterraneo che era stato progettato con il nuovo complesso è solo una rampa che sbatte contro un muro di cemento.

Il problema è anche la sicurezza, da inizio anno i ladri hanno fatto visita ben due volte all’unico negozio presente, Camattini. (leggi Camattini, secondo furto in dieci giorni. I titolari: “Stu Pasubio abbandonato dal Comune, solo e senza luci”) Manca infatti la manutenzione delle luci stradali e quindi cresce la percezione di degrado di cui vanno ghiotti i malviventi. Numerosi sono i pali delle luci installati ma da mesi le lampadine sono fulminate e nessuno le ha cambiate. Come denunciano i proprietari del negozio un palo su cinque è illuminato: “Tra noi e il Wopa ci sono poche decine di metri ma in mezzo il buio quasi totale”. L’amministrazione, per far fronte all’emergenza del San Leonardo, dopo le continue richieste di intervento dei residenti, hanno installato proprio tra Camattini e il teatro Lenz tre telecamere, una di queste permette anche la registrazione a 360 gradi. Telecamere però che non sono ancora state allacciate alla linea, di fatto scatole che non funzionano a quanto pare neanche come deterrente per i ladri. 

L’ex Manzini, oggi Wopa, è punto di ritrovo giovanile e non, sempre brulicante di vita, idee, arte e musica ma troppo solo. Tra la ferrovia e le strade svuotate da espropri forzati e abbandono, tra le promesse di una riqualificazione lasciata a metà.

C’è il Teatro Lenz, sempre fabbrica di iniziative spettacoli e geniale artisticità, una scuola di ballo che si nutre di giovani e bellezza ma intorno, nulla. Dove prima c’erano negozi, magazzini e officine ora grossi stanzoni impolverati e vuoti, solo i resti di una vecchia vita.

Lo Stu Pasubio è di disarmante e straripante bellezza. A pochi metri dal centro, ma col parcheggio. Potrebbe essere una “Parma due”, un quartiere berlinese di arte, moda, essenza alternativa. Un centro di aggregazione, incontro, vita.

Era una zona di botteghe e abitudini, potrebbe diventare un Caffè letterario di ogni genere di scambio, luogo di mostre, iniziative culturali, commerciali e ricreative. Un centro di economia moderna e funzionante. Una sorta di nuova Parma nella Parma.

Ma attualmente, invece, è una scatola di cemento nuovo e vecchio, con qualche piccolo polmone (Lenz e Wopa appunto) che cercano di tenerlo in vita. Non lo si lasci morire, basterebbe tanto poco per farne un grande gioiello.

(Effedivi – Aribe)

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