Meningite: non è allarme. A Parma 12 casi, meno dell’anno scorso

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Gli Istituti di Sanità negano l’emergenza meningite ma questa malattia, che in alcuni casi può essere mortale spaventa comunque la popolazione.

Nel 2016 si sono contati 1700 casi sia di sepsi che di meningite. Quelli per meningococco sono stati circo 190. Nel 2016 sono morte per questa malattia 7 persone (tutte per il ceppo C). L’ultimo un ragazzo 25enne di Valperga, Piemonte. I dati di quest’anno sono comunque in trend con quelli degli anni precedenti e non destano preoccupazioni tra gli esperiti.

A Parma l’Ausl provinciale ha registrato 12 casi di meningite contro i 23 dell’anno precedente. Uno è stato attribuito al meningococco (tipo B), gli altri 11 da batteri diversi.

Molti parmigiani sono corsi a vaccinarsi ma le autorità sanitarie continuano a ribadire che non c’è allarme e quindi non è necessario.

Cos’è la Meningite- La malattia invasiva causata da Neisseria meningitidis (meningococco) si manifesta come infiammazione delle meningi, membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, o come sepsi (infezione del sangue). I tipi di meningococco che danno più frequentemente malattia nell’uomo sono: B e C, più frequenti in Italia, A, W135, Y.

Il meningococco può essere presente nel naso e nella gola di molte persone in buona salute, i “portatori sani” (il 10% della popolazione, il 25% dei giovani); tali soggetti possono trasmettere il germe ad altri.

Il meningococco si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline emesse con tosse, starnuti, baci… Il meningococco non vive più di pochi minuti al di fuori dell’organismo, per questo la malattia non si diffonde così facilmente come il comune raffreddore o come l’influenza e non è necessario effettuare disinfezioni straordinarie nei luoghi di vita e di lavoro.

Solo una piccolissima percentuale delle persone che ospitano il meningococco sviluppa la meningite o la sepsi. La meningite da meningococco esordisce in genere bruscamente con febbre, cefalea (mal di testa) intensa, nausea, spesso vomito, rigidità nucale (difficoltà e dolore alla flessione della testa sul tronco), fastidio intenso alla luce (fotofobia). Nei casi fulminanti possono manifestarsi petecchie, shock, coma.

Fattori di rischio per la malattia sono l’età (la maggiore incidenza di malattia si ha nei bambini di età inferiore a 5 anni; e nei ragazzi tra 15 e 25 anni), la stagionalità (la malattia è più comune tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera), essere familiari dei casi (il rischio di malattia è più alto nei contatti stretti familiari che nella popolazione generale), alcuni stili di vita (il fumo attivo e passivo, l’uso di alcol, la tossicodipendenza) e alcune patologie o condizioni (alcune immunodeficienze congenite o acquisite), l’asplenia, il diabete mellito, l’insufficienza renale…

Esiste un rischio minimo ma reale, che le persone che vivono nella stessa casa della persona ammalata possano sviluppare la malattia meningococcica. Questo avviene perché il portatore sano che ha contagiato il paziente può diffondere il germe ad altri.

Per questo motivo gli operatori dei Servizio Igiene e Sanità Pubblica e della Pediatria di Comunità, allertati tempestivamente dai medici che assistono il malato, cercano di raggiungere tutti i contatti a rischio per fornire informazioni e offrire una breve terapia antibiotica, con lo scopo di eliminare il meningococco dal naso e dalla gola del portatore. Dal momento tuttavia che si possono verificare casi di malattia anche nelle persone che hanno preso l’antibiotico, è importante che ognuno sia a conoscenza dei sintomi della malattia e che sia avvisato anche il medico curante.

A volte i Servizi identificano altri contatti a minore rischio a cui fornire informazioni e terapia antibiotica, ad esempio: partner, bambini e operatori dell’asilo nido o della scuola materna, compagni di classe di elementari e medie, operatori sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente, compagni di collegi… È importante che la decisione sulle misure di prevenzione da attuare sia presa dai competenti Servizi, poiché l’uso diffuso di antibiotici può essere dannoso.

Esiste un vaccino contro il meningococco C, offerto in Emilia-Romagna gratuitamente a tutti i nuovi nati a un anno di età e agli adolescenti, che induce una protezione specifica superiore al 90% entro due settimane e che presenta efficacia sia contro la malattia che nei confronti dello stato di portatore sano, con una conseguente riduzione della trasmissione del germe. Esiste anche un vaccino contro il meningococco A,C,W,Y che può essere utilizzato a partire dai 12 mesi di età e che agisce anche sullo stato di portatore e un nuovissimo vaccino contro il meningococco B utilizzabile dai 2 mesi di età.

Il vaccino può essere offerto dai Servizi Igiene e Sanità Pubblica e Pediatria di Comunità ai contatti a rischio sottoposti a profilassi antibiotica se il caso di malattia è stato causato da meningococco C o, più raramente, da altri gruppi.

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