Blitz Forestale a Bertinoro dopo indagine di Essere Animali. L’altro volto del Prosciutto di Parma (VIDEO)

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Il team investigativo di Essere Animali per 6 mesi ha monitorato costantemente le condizioni dei maiali in un grande allevamento intensivo fornitore del Prosciutto di Parma.

Animali agonizzanti, cannibalismo, trattamenti violenti, violazioni sistematiche. 

Questo video ti lascerà senza parole, – scrive l’associazione che si batte per i diritti animali – mostra come anche dietro ad un marchio considerato un’eccellenza del made in Italy possa nascondersi una realtà terribile di sofferenza: maiali agonizzanti, lasciati morire di stenti, atti di cannibalismo e un comportamento brutale degli operatori. Di fronte a queste immagini è importante capire che le nostre scelte sono fondamentali per aiutare questi animali“.

Scoperte sconcertanti che devono far riflettere i consumatori, ancor prima dei produttori di salumi. E’ di questo che vogliamo essere complici per soddisfare il palato con una fetta del prelibato prosciutto crudo di Parma? Prelibato sì, ma a che costo.

L’indagine ha mostrato comportamenti e soprusi che molti animalisti conoscevano già, tipici di molti allevamenti intensivi e macelli in tutto il mondo, ma che, quando scopriamo che si nascondono anche nella nostra città, magari a poche centinaia di metri da casa nostra, non possiamo continuare a ignorare.

“La produzione del prosciutto di Parma è regolamentata da un disciplinare produttivo, depositato presso l’Unione Europea e gestito da un Consorzio che riunisce allevamenti, macelli e stabilimenti di lavorazione della carne. L’Istituto Nord Est di Qualità è l’organismo incaricato a provvedere ai controlli negli allevamenti.

Ma nonostante le certificazioni DOP, fino a quando la produzione di prosciutto sarà così elevata, gli animali dovranno essere rinchiusi in sistemi intensivi.

Qui gli animali sono privati della possibilità di soddisfare gran parte delle loro esigenze etologiche e, come mostrano le nostre immagini, anche dietro ad un marchio considerato un’eccellenza del made in Italy ed esportato in tutto il mondo, possono nascondersi comportamenti brutali e violazioni alle già limitate norme sul benessere animale“.

I maiali vengono uccisi generalmente a meno di un anno di età, quando pesano meno di 160 kg. Un terzo dei prosciutti venduti in Italia è Prosciutto di Parma. Nel 2015 ne sono stati prodotti 8,4 milioni di prosciutti, uccisi 4,2 milioni di maiali. Milioni di bestie cresciute al nord in soli 400 allevamenti che forniscono 4 regioni.

Ma il maiale, che tutti denigrano come bestia rozza e sporca può riservare piacevoli sorprese. “Chi ha interagito con un maiale salvato dal macello e ospite in un rifugio afferma di essersi ritrovato davanti ad un animale estremamente intelligente e sensibile, affettuoso e giocherellone. Gli studi scientifici lo confermano: il maiale è capace di provare emozioni come la gioia e la paura e possiede eccezionali doti comunicative, tanto da essere in grado di risolvere test di intelligenza come gli scimpanzé e di riconoscere il proprio nome, come molti animali che già rispettiamo e proteggiamo. È socievole e curioso, in natura infatti trascorrerebbe circa il 70% del tempo alla ricerca di nuovi territori dove grufolare“.

Le immagini mostrano maiali deboli o malati lasciati morire di fame nei corridoi. Trascinati poi morti o agonizzanti dagli operatori. La disinvoltura dei dipendenti dimostra come ormai fosse diventata pratica abituale. Animali con ferite evidenti a causa delle aggressioni per il sovraffolamento.

Leggi di più su: Prosciutto crudele

BLITZ DELLA GUARDIA FORESTALE- Il Corpo Forestale dello Stato di Forlì-Cesena comunica di aver effettuato un’operazione nell’allevamento documentato dall’associazione Essere Animali. Le operazioni si sono svolte nel Comune di Bertinoro, le indagini sono in corso.

“La pattuglia del Corpo Forestale dello Stato, – si legge nel comunicato – assieme al personale medico veterinario dell’Ausl della Romagna, si è recato  presso l’allevamento suinicolo nel Comune di Bertinoro dove si è accertato che in capannone venivano detenuti circa 550 suini di varie taglie con mantello molto sporco di feci, ferite esposte alle orecchie e altre ferite dovute all’attacco da parte di altri suini ed erano presenti alcuni animali palesemente malati e sofferenti“.

Sono scattate così multe e denunce. Per tali violazioni è prevista una pena che va dalla reclusione di 1 anno all’ammenda di circa 10 mila euro. Sono state inoltre ravvisate violazioni che comporteranno un’ammenda complessiva di 6.200 € all’azienda. “La ditta ha provveduto immediatamente a ravvedersi in modo operoso al riguardo e su consiglio del medico veterinario dell’Ausl della Romagna ha subito spostato una parte degli animali in un’altra stalla al fine di ridurre la densità e fornire locali adeguati alle esigenze degli animali stessi“.

ENPA: “AUSPICHIAMO CHE IL CONSORZIO PROSCIUTTO DI PARMA SI COSTITUISCA PARTE CIVILE”- “Prendiamo atto della nota con cui il Consorzio del Prosciutto di Parma si dissocia dai maltrattamenti denunciati dall’associazione Essere Animali. Auspichiamo, tuttavia, che alle parole del comunicato stampa seguano i fatti e che il Consorzio non solo rompa ogni legame con la struttura in questione ma si costituisca parte civile in un eventuale iniziativa legale contro di essa. Noi, ove ne ricorrano i presupposti, siamo pronti a intervenire con il nostro ufficio legale. Questa vicenda dimostra, ancora una volta l’urgenza di installare telecamere all’interno degli allevamenti. A cominciare proprio dal Consorzio che ha l’occasione di concretizzare la buona volontà espressa a mezzo stampa.

D’altro canto, quello denunciato da Essere Animali non è un fatto né isolato né episodico, come dimostrano i sempre più numerosi filmati diffusi dai media: ad ottobre Enpa aveva presentato una denuncia contro Amadori per i maltrattamenti subiti dagli animali, e documentati da un servizio di Report.

Ogni anno, più di 11 milioni di suini vengono uccisi nei mattatoi italiani, dopo una vita che – anche nelle strutture più a norma – è comunque fatta di sofferenza e privazione. L’unico modo per evitare questa fine terribile, e per garantire un futuro al pianeta (gli allevamenti sono tra i principali responsabili per l’emissione di gas climalteranti), è dunque quello di adottare uno stile di vita “veg”.

 

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