Nigeriano morto in Via Gobetti, nemmeno l’autopsia fa chiarezza

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Morire nella notte delle streghe. Non è un gioco cruento, ma quanto accaduto a Thankgod Omonkhegbele,  nigeriano, 22 anni, ritrovato in Via Gobetti, steso accanto alla sua bicicletta intorno alle tre del mattino del primo novembre.

A terra, poco distante, il suo berretto. Il ragazzo, residente a Belluno, risulta a Parma da un po’, ma non abbastanza per essere un viso conosciuto all’antidroga, e incensurato.

A dare l’allarme, una copia di residenti che attendeva il rientro della figlia, e, spaventati da alcune grida, sono scesi in strada, notando il 22enne riverso, viso al cielo, e una decina di connazionali intorno che chiedevano, in lacrime,  di allertare il 118.

 

Il ragazzo è stato trovato dai soccorritori con il cranio fratturato, non si esclude si sia trattato di una tragica caduta in bici, o forse dello scontro con un’auto pirata,  anche se le forti grida lasciano pensare a un agguato, o comunque, un’aggressione. Non è esclusa nessuna pista, infatti si indaga per omicidio volontario.

I connazionali del giovane sono stati ascoltati e avrebbero riferito di un incidente stradale ma nessuno avrebbe affettivamente assistito al sinistro. Nella via non sono presenti telecamere che possano confermare.

L’autopsia, svolta mercoledì 2 novembre, non è stata sufficiente per fare chiarezza: ha messo in evidenza due forti traumi al capo, uno anteriore, l’altro posteriore, compatibili sia con l’ aggressione che con un eventuale incidente.

Serviranno ulteriori esami clinici, unitamente alle testimonianze degli amici, per dip

Sul posto sono intervenuti il sostituto procuratore titolare dell’indagine, Umberto Ausiello, gli agenti della Squadra mobile e la polizia scientifica.

L’ipotesi più probabile, quella di un regolamento di conti per il mercato, vivissimo nella zona, dello spaccio. Ma è troppo presto per avere certezze. Si esclude che il colpo mortale sia quello di una pistola ma rimane il dubbio che si tratti di un investimento volontario.

La strada è stata chiusa da Via Affanni a Via Griffith, e a terra, in poco tempo, terminati i rilievi della scientifica, che ha raccolto alcune briciole di fanali, è rimasta solo la sabbia posta per coprire le macchie di sangue.

Intanto i residenti hanno paura che lo spaccio nel quartiere, situazione già al limite, possa trasformarsi in qualcosa di più pericoloso. La prima ipotesi dei residenti è infatti il regolamento di conti del mondo della droga.

 

 

 

 

 

 

 

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